venerdì 21 marzo 2014

I minori non si toccano!



Padova, un bambino di 10 anni prelevato da scuola, per essere condotto in una casa-famiglia in attesa di sentenza, portato via come fosse un mezzo delinquente, trascinato con la forza dai poliziotti!Criticare certe immagini non significa certo essere benpensanti o moralisti, criticarle significa comprendere la delicata realtà di un bambino di 10 anni, affermare il diritto di questo minore ad essere trattato umanamente e non come una bestia. Alcuni affermano che la colpa è della madre e dei nonni materni che hanno sempre rifiutato il regolare svolgimento della sentenza! Che questo sia vero o meno non importa ai fini di ciò che è successo, perchè qualsiasi siano i motivi, un bambino in questo modo non si tratta mai!
E' indubbio il fatto che il minore in questione sia principalmente vittima dei litigi familiari, quando ci sono conflitti di questo tipo, le rivalse, l'orgoglio, la difficoltà di trovare accordi sani, mettono in crisi le menti ancora fragili dei bambini, che sono si fragili, ma proprio per questo capaci di ricordare e vivere intensamente ogni aspetto delle tristi vicende. Io non voglio appoggiare i familiari, il padre o la madre, non sono a conoscenza dei fatti e non mi interessa, sarà però per deformazione professionale ( dato che sono una pedagogista) che mi viene spontaneo di gridare “Vergogna!!! un bambino così non si tratta mai, non c'è ispettore di polizia che tenga, non c'è sentenza che valga la pena”! I bambini se presi nel modo giusto, durando anche un po' di fatica (perchè a volte parlare con loro è faticoso), riescono ad ascoltare, a percepire anche le cose più difficili, è importante creare un dialogo, una comunicazione vera, e fargli capire che il loro punto di vista è importante e ci interessa. Che cosa ricorderà questo bambino di questo fatidico giorno? Padre e madre litigano, dando un esempio pessimo, gli agenti di polizia non fanno di meglio, danno ancora un esempio negativo, mettendo in atto una sentenza che, anche se inevitabile, andava compiuta con mezzi e sensibilità diversa. Il bambino è vittima una seconda volta, come potrà fidarsi di chi predica bene e razzola male? La madre non lascia che la sentenza venga applicata, il padre invece avvalla ciò che succede, addirittura chiede egli stesso agli agenti una mano per far salire il bambino in auto; se la madre è da condannare, scusate... ma il padre non è da meno, io non avrei mai lasciato che mio figlio subisse una cosa del genere!

E che cosa dire poi dell'atteggiamento dell'ispettore di polizia che alza la cresta rivolgendo alla zia materna una battuta decisamente deplorevole?” Io sono un ispettore di polizia, lei non è nessuno”, mi chiedo con quale diritto ci si può comportare così!? solo perchè ci pende dal petto il cartellino delle forze dell'ordine? Chi ci dovrebbe tutelare alla fine, non sta in mezzo a noi, ma sopra di noi e lo fa con prepotenza. Non condanno l'esecuzione di una sentenza, condanno il modo e questa gente ha dimostrato di non essere pronta per questo tipo di interventi, quello non era uno spacciatore o un mafioso, ma era un bambino vittima dei litigi familiari e a questo punto vittima della società!purtroppo!

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