venerdì 28 marzo 2014

Martha Graham : fonte d’ispirazione!


Benvenuto in questa sezione, che riguarda una parte importante del mio mondo: la danza creativa!
Nella mia professione di pedagogista, mi capita spesso di utilizzare tecniche teatrali o legate al mondo della danza, per creare fiducia e benessere, nonché autostima, nelle persone con cui mi trovo a lavorare, siano essi bambini, adulti, anziani o portatori di disagio sociale. L'esperienza mi ha sempre dimostrato che utilizzare quest'approccio unisce e fortifica coloro che per scelta, o casualità, si avvicinano a questo mondo. 

Nel mio modo di applicare la danza creativa, ai contesti educativi, nei quali mi trovo a lavorare, c'è sempre uno spiccato riferimento alla tecnica e al pensiero di Martha Graham (1894-1991), considerata una delle più grandi ballerine del XX secolo, nonchè madre della danza contemporanea. 
Il motto di Martha era "La mia danza con il mio corpo", dettato dall'esigenza di abbandonare la tradizione del balletto classico, fatta di adattamenti forzati, posture rigide, vincoli fisici, per valorizzare piuttosto il movimento libero, attraverso una tecnica che fosse in grado di adeguarsi alla conformazione fisica dei singoli danzatori. Questo portò alla creazione di un rinnovato vocabolario corporeo - espressivo che era mirato non tanto a "creare", quanto piuttosto a "riscoprire" quello che il corpo poteva naturalmente fare.

Per Martha Graham, la danza «viene dalle profondità della natura dell’uomo, dall’inconscio, dove abita la memoria … ed è diretta verso l’esperienza dell’uomo, dello spettatore, per risvegliare in lui analogie e ricordi»; in questo senso è evocatrice dell’essenza stessa dell’uomo. 
La sua è dunque una danza che diventa teatro a tutti gli effetti, tralasciando gli atletici virtuosismi, tocca l'essenza terrena dell'uomo, le sue emozioni, i suoi sentimenti, per farsi rappresentazione del reale. Forza, pulizia e definizione del movimento, valgono più di una "gamba alta" a tutti i costi. Il corpo, nella tecnica Graham, comunque codificata e di grande impatto, manifesta le sue potenzialità espressive, veicolando dolore, disperazione o allegria con gesti anche semplici ma estremamente efficaci e perfetti. Le immagini utilizzate da Martha durante le sue lezioni, erano in grado di aprire un universo simbolico - figurativo ispirato alle forme naturali per analizzare le potenzialità del movimento: l'apertura delle braccia assimilata ad ali di uccello, le schiene in movimento come onde del mare, le gambe ancorate al terreno come tronco d'albero, gli scatti improvvisi come quelli di un felino pronto all'attacco, e molto altro. Tutto parte dal centro del corpo, fulcro di energia, per manifestarsi all'esterno in modo dirompente. 
Unendo danza, discipline orientali, tecniche teatrali e riferimenti alle cerimonie dei Nativi Americani, Martha Graham, creò una forma d'arte unica e indipendente destinata a lasciare un segno indelebile e duraturo. 




Questa tecnica, faticosa e bellissima, crea ballerini stilisticamente perfetti, in grado di rappresentare universi in modo sublime. Quando si tengono corsi di Danza Creativa, le aspettative non sono certo così alte, nel senso che l'utilizzo è sopratutto legato ad aspetti educativi e di sperimentazione per imparare a liberare la propria creatività e i propri stati d'animo. In ogni modo il metodo Graham ci aiuta con i suoi principi, che prossimamente analizzerò nel dettaglio, poiché persegue la naturale bellezza e fluidità del corpo umano, rafforzando l'autostima e il dialogo con le nostre parti interiori. Ogni minima parte del corpo ha il suo peso, la sua espressività e l'intero movimento deve acquisire un preciso significato. I principi della tecnica Graham possono così essere citati, ripresi, raccontati, sperimentati per permettere a color che si addentrano nel mondo della danza creativa, di aprire nuove e affascinanti frontiere. 

martedì 25 marzo 2014

Tracce di folklore irlandese

L'Irlanda ha una ricca tradizione folcloristica di esseri ultraterreni, come folletti, fate, e numerose creature mitologiche, ma qual è la loro origine?
Il folklore irlandese deriva dalle antiche società celtiche - druidiche che credevano nella magia e nel potere della natura. Molte di queste credenze hanno dato origine a leggende moderne diffuse in tutto il paese. Fate e folletti risalgono dunque al periodo pre-cristiano, quando queste creature venivano ritenute diretti discendenti dei Tuatha De Danaan (popoli immortali della dea Danu, o Madre Terra) il quarto popolo celtico che, secondo la mitologia, invase l’Irlanda prima dei Gaeli. Un’altra teoria afferma che le creature del popolo fatato sono angeli caduti sulla terra in luoghi diversi e sotto svariate forme.
In ogni modo tutte queste creature sono descritte come una razza di persone minuscole che si nascondono al genere umano, dotate di poteri magici e abitanti del Sidhe, cioè dei tumuli preistorici: cerchi di pietre, dolmen, pozzi, vecchi alberi, luoghi dal fascino antico. Tra le creature del "popolo fatato" o "piccolo popolo" si trovano:

Folletti o Leprechaun - Sono esseri piccoli, anziani, barbuti, indossano vecchi abiti irlandesi e un lungo cappello. Presentano un carattere delicato e allo stesso tempo malizioso, adorano fare scherzi e burle al genere umano. Vivono in solitudine e pare che il loro passatempo sia costruire scarpe per se stessi e per il popolo delle fate. Il loro nome, infatti, sembra derivare dal gaelico leath bhrógan, cioè "ciabattino". Vivono in un costante stato di ebbrezza e amano fumare la pipa. Guardiani dell’antico tesoro d’Irlanda se catturati dagli uomini, promettono enormi ricchezze in cambio della libertà.
Pooka - Si tratta di uno spirito spettrale che appare come un'aquila nera, un pipistrello, una capra o un cavallo, e che manifesta l'abitudine irritante di sorprendere incauti viaggiatori, terrificandoli in svariati modi. In Irlanda il Pooka è la fata più temuta, forse perché si trova sempre in giro dopo il tramonto a portare danni e malasorte. Sono esseri molto capricciosi che devono essere continuamente placati per evitare che creino caos nelle campagne, distruggendo raccolti e causando malattie negli animali.
Changeling o mutaforma -  Questa creatura, dalla pelle gialla e vizza, sembra essere attratta dai bambini perché al contrario dei loro neonati (deformi e spesso malati) sono belli e sani; secondo altre fonti invece li rapirebbero solo per "succhiarne" l'energia vitale. Un changeling può essere di tre tipi: un reale bambino di fata; fate senili che sono travestite da bambini o, oggetti inanimati, come i pezzi di legno che assumono l'aspetto di un bambino attraverso la magia delle fate. Si tratta di creature malevole, che mostrano però una spiccata attitudine per la musica.
Banshee -  E' una Sidhe solitaria, uno spirito femminile ancestrale che può manifestarsi come una vecchia molto magra dagli occhi rossi e infossati, come una giovane donna dai lunghi capelli oppure come una matrona d’età matura. Può apparire anche sotto forma di animale, come cornacchia grigia, donnola e altri animali associati alla magia irlandese. Questo spirito è classificato come maligno, poiché il suo canto o lamento, che si ode soprattutto di notte, è annunciatore di morte. In realtà la Banshee non si lamenta per crudeltà ma per disperazione; la sua vita è strettamente legata a quella di una famiglia particolare e quando percepisce la morte di uno dei suoi membri inizia a cantare.
Lianhan shee E’ una sorta di dea dell'amore, che invita gli uomini dandogli appuntamento a Tir Na Nog. Amare una Lianhan shee, quasi inevitabilmente, provoca disastri. La Sidhe Leanan è generalmente descritta come una bella musa , che offre ispirazione per un artista in cambio di devozione totale e amore; questo spesso comporta la follia per l'artista, così come la morte prematura. La fata vive sulla loro vita, ed essi  si logorano.
Merrow Si tratta di una fata di mare, parente alla sirena. Queste creature sono umane dalla vita in su e pesce dalla vita in giù e vivono sotto l’acqua.  I Merrow maschi o Mermen sono molto meno attraenti della loro controparte femminile e per altro s’incontrano molto più raramente. Le femmine hanno lunghi capelli verdi o trecce d’oro e sono molto più belle; amano stare in compagnia degli esseri umani di genere maschile. Molte di queste fanciulle hanno la fama di attirare i giovani a seguirle sotto le onde, dove in seguito vivono in uno stato d’incanto. Quando giunge sulla terra ferma la fata Merrow si priva dei suoi indumenti, spesso mantelli di pelle di foca, in questo modo il mortale che trova l’indumento acquista potere su di lei e lei non può tornare verso il mare finché non li recupera. Alcuni uomini sono così riusciti a farsi sposare da queste splendide creature, che però dopo un po’ hanno sempre scelto la via del mare e quindi l’abbandono.
Dullahan - Si tratta della creatura più spettacolare nel regno delle fate; ha l’aspetto di un cavaliere nero che attraversa di corsa le campagne sul suo destriero, tenendo la propria testa in mano. Il Dullahan è quindi senza testa, cavalca senza sosta usando come frusta una colonna vertebrale umana e quando si ferma, un mortale muore. Questo cavaliere si può avvistare intorno a mezzanotte durante qualche festività irlandese.

Creature della mitologia scozzese

In Scozia le antiche leggende e i costumi del passato sono ancora vivi nello spirito degli scozzesi. Lavare il viso con la rugiada di maggio, credere che l'erica bianca porti fortuna, lasciare che il sorbo selvatico cresca accanto alle case e nei luoghi di culto, per scongiurare il male e le streghe, rompere una bottiglia di Whisky sulla prua della barca, durante l'apertura della pesca al salmone, buona usanza per ingraziarsi il cielo, sono solo alcuni esempi degli usi ancora in voga,le cui origini risalgono al lontano passato.
La credenza nelle fate risale addirittura alla preistoria,e la tradizione scozzese è piena di riferimenti a queste creature, figure mitologiche rappresentative che derivano da un mix di folklore, religione, storia e ambiente geografico. Di seguito ne elencherò alcune, per dimostrare che il folklore scozzese non si ferma al famoso mostro di Lochness!




  •  Baobham Sith: è una creatura malvagia della mitologia scozzese. È una fata malvagia che si nutre di sangue, una specie di vampiro. Veste solitamente di verde e per questo porta anche il nome di Dama VerdeAppare sotto le sembianze di una bellissima fanciulla che danza per ignari malcapitati che poi uccide lentamente. Può essere uccisa con l'acciaio freddo. La si trova principalmente nelle regioni montuose.
  •  Bodach (in scozzese: "Vecchio Uomo"): è una creatura mitica, simile all'uomo nero, che scende giù dai camini per terrorizzare i bambini. Per evitare la sua venuta è necessario spargere del sale sulla cenere del camino prima di andare a letto. La sua venuta era percepita come annunciatrice di morte per uno o più membri dei clan.
  • Bean Nighe: è l'equivalente scozzese della Banshee irlandese. In gaelico scozzese il suo nome significa “lavandaia”. La sua presenza è vista come un presagio di morte; nell'immaginario collettivo la si immaginava come una donna anziana, vestita di verde, che si trovava lungo i torrenti a lavare gli abiti di coloro che stavano per morire.
  • Brownies: si tratta di fate benevoli e gentili, associate all'elemento terra. Essi si presentano come nanetti di sesso maschile, piccoli e con gli occhi color del carbone. Non sopportano la menzogna, l'inganno, e l'avarizia. È possibile invitarli presso la propria dimora lasciando del cibo fuori, preparato apposta per loro.
  • Driadi: sono fate caratterizzate dall'elemento acqua. Sono spiriti degli alberi,guardiane di ogni singolo albero, che appaiono agli uomini come luminosi bagliori o bellissime donne danzanti. Si tratta di creature leggiadre e giocose, generalmente indicate come femmine.
  • Ghillie Dhu: si tratta di una fata benevola che si credeva abitasse un boschetto di betulle alla fine del Loch Gairloch. Sono spiriti degli alberi mascherati da fogliame e muschi che non amano la presenza degli esseri umani. Essi sono più attivi di notte e preferiscono le betulle a tutti gli altri tipi di albero. Coloro che attraversano i boschi devono fare attenzione per non essere afferrati dalle braccia lunghe e verdi della Ghillie Dhu, se ciò avvenisse diventerebbero loro schiavi per sempre.
  • Kelpie: nella mitologia scozzese il Kelpie è una delle creature più note. E ' principalmente ritratto con la forma di un bellissimo cavallo ma può apparire anche sotto le sembianze di un bel giovane. I kelpie sono spiriti acquatici che popolano i laghi, decisamente malevoli, il cui scopo è quello di attirare gli esseri umani in una tomba d'acqua.
  • Selkies: sono creature mitologiche che possono trasformarsi da foche a donne nelle notti di luna piena. La leggenda ebbe origine nelle Isole Orcadie e "selkie" significa semplicemente foca nella lingua di quelle isole. Ci sono varie leggende sulle Selkie, alcune narrano che gli umani non si accorgono di vivere con una selkie e poi si svegliano una mattina scoprendo che la loro compagna è sparita, altre leggende narrano che rubando il manto di una selkie si riesce a renderla prigioniera, evitando il suo ritorno in mare. La selkie ritornerà nel suo mondo d'acqua solo dopo aver ritrovato il proprio manto, e allora la sua prigionia avrà fine. E' l'equivalente del Merrow irlandese.
  • Poesie di W. Butler Yeats

    Se avessi il drappo ricamato del cielo,
    intessuto dell'oro e dell'argento e della luce,
    i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
    dai mezzi colori dell' alba e del tramonto,
    stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
    invece, essendo povero, ho soltanto i sogni;
    e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
    cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.

    Da "Il vento tra le canne", 1899

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    Innisfree, l'isola sul lago

    Mi leverò e andrò, ora, andrò a Innisfree,
    E costruirò una capanna laggiù, fatta d'argilla e canne,
    Nove filari di fave avrò laggiù, un'arnia per le api da miele,
    E solo starò nella radura ronzante d'api.

    E avrò un po' di pace laggiù, ché la pace discende goccia a goccia,
    Discende dai velami del mattino fin dove canta il grillo;
    La mezzanotte è tutto un luccichio, il meriggio purpurea incandescenza,
    La sera è piena d'ali di fanello.

    Mi leverò e andrò, ora, ché sempre notte e giorno
    Odo l'acqua del lago lambire con lievi suoni la sponda;
    Mentre sto sulla strada, sui marciapiedi grigi,
    La sento nella fonda intimità del cuore.


    Il poetare di W. Butler Yeats

    William Butler Yeats può essere considerato uno dei poeti più importanti dell'isola di smeraldo. Fu un poeta simbolista che utilizzò nel suo scrivere immagini allusive e simboliche, nel corso di tutta la sua carriera. Con la sua poetica è riuscito a colmare i desideri del cuore, attraverso un linguaggio bello, seppur all'inizio molto legato alla tradizione, e pieno di immagini suggestive. Nella prima parte della sua vita tutta l' opera letteraria è stata ispirata dall'amore per la sua gente e la sua terra natale, di cui studiava accuratamente mitologia e tradizioni, in seguito la sua poesia si è arricchita di una forte tensione spirituale. Egli ha saputo sviluppare l'arte di rivelare, attraverso parole concrete e immagini, le idee mistiche e astratte; egli attribuiva questa capacità ai suoi studi artistici. Eroe della cultura irlandese e difensore della sua terra, la sua opera ha lasciato un segno indelebile nella poesia del XX secolo.
    Di seguito mi piace citarvi alcune delle sue raccolte più importanti, ordinate cronologicamente:

    1889 “ I viaggi di Ossian” (The wonderings of Osian)

    1893 “Il crepuscolo celtico” (The Celtic Twilight)

    1899 “Il vento tra le canne” (The Wind among the Reeds)

    1904 “Nei sette boschi (In the seven woods)

    1910 L'Elmo verde” (The Green helmet)

    1917 “I cigni selvatici a Coole” (The wild Swans at Coole)

    1928 “La torre” (The tower)

    1933 “La scala a chiocciola” (The Winding Stair)

    William Butler Yeats

    William B. Yeats nacque a Dublino il 16 giugno del 1865, in una famiglia di origini protestanti. Il padre,John Butler Yeats, fu un noto avvocato e ritrattista, la madre,Susan Mary Pollexfen, proveniva da una ricca famiglia di County Sligo. Proprio nella città materna William trascorse molti giorni della sua infanzia, sviluppando il suo amore per la natura e la bellezza della campagna. Nel 1867 la famiglia di William si trasferì in Inghilterra, per aiutare il padre che voleva sfondare come pittore, per tornare poi in Irlanda nel 1880, quando William aveva 15 anni.
    Le prime poesie di Yeats sono piene di riferimenti alle immagini e alle leggende della mitologia celtico- irlandese, di cui fu ricercatore e cultore; gli anni centrali del suo poetare sono caratterizzati dall'amore non corrisposto per la bella Maude Gonne e dall'adesione al movimento nazionalista irlandese. La poesia degli ultimi anni ha assunto tinte più macabre, influenzata dal simbolismo dell'occulto. Yeats si era sempre dimostrato curioso verso i misteri dell'occulto, e i fenomeni magici.
    Fin dalla tenera eta William mostrò uno spiccato interesse per l'arte della poesia, studiò prima alla scuola di Godolphin, in Hammersmith, Inghilterra, successivamente, nel 1884, si iscrisse alla scuola d'Arte di Dublino. Il suo debutto come scrittore avvenne nel 1885 quando pubblicò le sue prime poesie in “The Dublin Review University”. Nel 1887 pubblicò una raccolta poetica dal titolo “Poems and Ballads” e nel 1889 ne pubblicò una ispirata completamente alla sua terra natale, “I viaggi di Ossian” (The wonderings of Oisin), dove dimostrò pienamente il suo attaccamento ai miti e alle tradizioni d'Irlanda. Nel 1889 incontrò Maude Gonne, l'amore della sua vita, una giovane artista, legata al movimento rivoluzionario irlandese, che divenne per lui musa e ispirazione; nonostante ciò il loro rapporto non fu mai suggellato, poiché nel 1903 lei scelse di sposare un'altro uomo. Nel 1896, tornato stabilmente a vivere nel suo paese, divenne fondatore della nuova Società Letteraria Nazionale di Dublino, e in seguito fondatore del Teatro Letterario irlandese; scrisse infatti diverse opere teatrali tra cui voglio ricordare “La Contessa Cathleen”. Nel 1917 William sposò Georgie Hyde-Lee, bella e colta gentildonna londinese, con la quale ebbe una vita serena e di piena condivisione, persino artistica. La coppia ebbe due figli, Anne e Michael. Nel 1922 venne eletto al senato irlandese e nel 1923 ricevette il premio Nobel per la letteratura. Nel 1928 a causa di problemi respiratori gli venne prescritto di spostarsi all'estero, così si trasferì per un periodo a Rapallo con la moglie e i due figli. Verso la fine del 1938, la moglie lo accompagnò per un periodo di soggiorno in un albergo a Cap Martin, nelle Alpi Marittime francesi, sempre per motivi di salute. William Butler Yeats morì nel sud della Francia il 28 gennaio del 1939, e fu seppellito nel piccolo cimitero di Roquebrune. Sembra che in quell'ultimo periodo avesse parlato con la moglie in questi termini “ Se muoio seppelliscimi a Roqueburne, poi fra un anno quando i giornali mi avranno dimenticato, fa scavare un posto per me a Sligo”. Nel settembre del 1948 la salma di Yeats è stata spostata a Drumcliffe, nella Contea di Sligo che egli aveva  tanto amato.

    Gli alberi,nell'antica tradizione celtica

    In quasi tutti i paesi di origine celtica si è sempre pensato agli alberi come entità sacre e dimora delle fate; questo perché i celti, come del resto molti popoli antichi, hanno sempre venerato la natura, ricoprendola di simboli e poteri speciali. L' albero del mondo o albero della vita rappresentava per l'antica popolazione il ponte tra la divinità e l'uomo; le radici dell'albero abitano il sottosuolo, rappresentando una conoscenza profonda della terra, mentre il tronco unisce le radici alla chioma, i cui rami si estendono verso il cielo. La crescita dell'albero della vita veniva associata con la crescita spirituale e la conoscenza. Non solo, secondo gli antichi druidi gli alberi erano antenati degli esseri umani, e alcuni addirittura in grado di portare messaggi nell'altro mondo; motivo in più che spingeva alla loro venerazione.


    Secondo Mara Freeman, autrice del libro  Kindling the Celtic Spirit”, quando in Irlanda una tribù disboscava il terreno per creare un nuovo insediamento, un grande albero veniva sempre lasciato nel mezzo (noto come bethadh crann o albero della vita ); sotto di esso venivano tenute assemblee, cerimonie sacre e inaugurati nuovi capi. L'albero era ritenuto fonte di benessere e distruggere l'albero sacro dei nemici era considerato un grande trionfo.
    L'importanza degli alberi per i celti è ben espressa inoltre dall'alfabeto Ogham,in cui ogni lettera rappresenta un albero sacro. Le fonti dimostrano che questo alfabeto fu usato dai druidi tra i secoli IV e VIII, quasi esclusivamente per iscrizioni funerarie e rituali divinatori. Un leggenda attribuisce l'invenzione di questo alfabeto al Dio Ogma, il Dio irlandese dell'eloquenza, ma in realtà molte incertezze vi sono tuttora sulla sua vera origine. L'alfabeto è formato da 20 lettere, divise in quattro gruppi; la scrittura veniva realizzata con una linea verticale tagliata da brevi tratti orizzontali o viceversa, e la lettura procedeva dal basso verso l'alto o da sinistra verso destra. La particolarità è che ciascuna lettera è associata con il nome di un albero, vediamo in che modo:
    • Tratti che tagliano perpendicolarmente la linea principale 
    La ailm – Abete
    O onn – Ginestra
    ur – Erica
    E eadha – Pioppo
    Io idho – Tasso
    • Tratti che tagliano la linea in modo obliquo 
    muin – Vite
    Sol gort – Edera
    Ng getal -Giunco
    STR straif – Pruno
    R ruis – Sambuco
    • Tratti che vanno verso il basso o verso destra 
    beith – Betulla
    luis – Sorbo
    F fern – Ontano
    S saille – Salice
    N nuin – Frassino
    • Tratti che vanno verso l'alto o verso sinistra 
    huath – Biancospino
    D duir – Quercia
    tinne – Agrifoglio
    C coll – Nocciolo
    Q quert – Melo



    Ciascun albero associato con la lettera custodisce e rivela un particolare significato. Ma questo lo vedremo in seguito nel dettaglio. Per adesso “ tenetevi stretto il vostro albero, guardatelo crescere, sentitene i respiri, esso vi parlerà e voi crescerete con lui”.