giovedì 20 marzo 2014

I guerrieri Celti

I celti ebbero una cultura principalmente guerriera, infatti nella loro società tutti erano guerrieri, difronte alla necessità. Anche le donne, sebbene rimanessero principalmente ad occuparsi della casa e dei bambini, potevano allenarsi e combattere come guerriere, qualora l'avessero scelto. Negli scritti antichi, risalenti sopratutto all'epoca romana, si leggono descrizioni interessanti di questi guerrieri, sicuramente fieri e pieni d'onore;tali racconti narrano di guerrieri nudi, con solo una spada e uno scudo come protezione che si lanciavano sui nemici gridando la loro ferocia. Alcuni erano soliti dipingersi il corpo di blu con il guado, sopratutto la tribù dei Pitti che abitò l'alta Scozia. E' indubbio però che molti guerrieri usassero anche specifiche protezioni e non fossero propriamente nudi, ad esempio i nobili indossavano cotte di maglia, i contadini portavano indumenti realizzati con pellame; molti guerrieri indossavano inoltre elmi di ferro o di bronzo talvolta provvisti di corna. I celti erano soliti applicare sui propri caschi code di cavallo, piume d'uccello o ali, al fine di creare un look che fosse più sconvolgente. Un particolare tipo di armatura presso i Celti prese il nome di Ceannlann, formata da scaglie di metallo cucite sulla biancheria in grado di formare una protezione a più strati. Grande impegno e orgoglio veniva impiegato da questi guerrieri per la lavorazione dei propri scudi realizzati in legno con rifiniture di bronzo e ferro, quasi a grandezza d'uomo. Tali scudi avevano forma ovale, esagonale o rettangole e presentavano decorazioni realizzate con disegni celtici tipo spirali, cerchi e animali. Per incutere maggior timore usavano dipingersi il volto e impastare i capelli con la calce per renderli appuntiti, di stazza generalmente alta, avevano per lo più capelli biondi o rossi; e quando cavalcavano sui loro destrieri sembravano ancora più alti e imponenti. Le trombe di guerra, definite Lir, e i tamburi venivano usati per creare rumori assordanti e terrificanti, in grado di procurare ulteriore scalpore nel nemico.
I celti furono famosi per il gesto rituale del taglio delle teste (in realtà appartenuto anche ad altre culture); erano infatti soliti tagliare la testa dei loro nemici, per poi impalarla come segno di prestigio e vittoria, alcuni appendevano le teste anche sopra la porta della loro abitazione, un po' come fanno i cacciatori con le teste di Cervo. Essendo la testa considerata sede della vita e dell'anima, è facile comprendere come questo gesto avesse inoltre valore spirituale, un capo che prendeva la testa di un nemico caduto in battaglia attingeva la sua forza.
I guerrieri celti combatterono anche utilizzando carri da guerra, veicoli a due ruote trainati da due cavalli, una forma tattica di guerriglia che permetteva di unire la cavalleria alla fanteria. Un guerriero aveva il compito di guidare il carro e un'altro, generalmente il campione, aveva il compito di saltar fuori al momento giusto e combattere come un membro della fanteria. I carri furono inoltre usati per correre su e giù sui campi di battaglia allo scopo di lanciare giavellotti e produrre rumori assordanti.




Le armi a distanza comunemente usate dai guerrieri celti furono: giavellotti, fionde, arpioni e archi; alcuni celti erano soliti mettere il veleno sulla punta delle loro frecce per renderle più facilmente mortali. Tra le armi da impatto ravvicinato, trovarono largo uso: le lance, i martelli, le asce e le spade, sia lunghe che corte. La tattica di guerra principalmente usata dai Celti fu sicuramente l'attacco frontale selvatico, quello chiamato dai romani “furore celtico”, caratterizzato da corse sfrenate e attacchi frenetici. Cesare descrisse inoltre una falange celtica in grado di formare un muro di scudi formidabile per la propria difesa. Tattiche di guerriglia non mancarono, l'attenta conoscenza del territorio permetteva la realizzazione di efficaci imboscate a carico del nemico, sopratutto romano. Le tattiche potevano comunque variare da regione a regione, ad esempio i Galli, sempre secondo riferimenti storici risalenti a Cesare, erano in grado di realizzare formazioni militari sofisticate.
Importante è sottolineare come i celti combatterono quasi sempre come Clan, piuttosto che come popolo, e non si unirono mai fra di loro per sconfiggere un nemico comune; questa fu la loro principale debolezza e quando giunsero i romani, proprio per questo motivo, non riuscirono a farvi fronte.

L'aspetto bellico per i celti trascendeva il puro piano materiale e umano, i guerrieri mettevano in campo vere e proprie testimonianze di forza e temerarietà, per assicurarsi la gloria; dunque il fatto di battersi senza paura avveniva perché a muovere la loro mano era la stessa divinità. Dunque il duello assumeva natura divina. La preparazione del guerriero nei confronti di una battaglia, poteva impiegare anche tre giorni, si trattava di una preparazione rituale, durante la quale pratiche druidiche-religiose avevano lo scopo di infondere nell'animo guerriero un profondo stato di esaltazione e addirittura di trance. Il loro ardore selvaggio, la lucida follia guerriera e il loro aspetto furono i tratti salienti che fecero di questi guerrieri avversari temibili.

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