Si legge nei resoconti del museo oggi dedicato ad Emily Dickinson, per altro istituito presso la sua casa “The Homested” and “Evergreens”, che la poetessa amava scrivere in ogni angolo della sua casa, dal giardino, alla camera da letto, alla dispensa, alla sala da pranzo: la nipote Martha raccontò che sua zia preferiva scrivere nei luoghi in cui dalla finestra poteva vedere le sue amate piante. Altri parenti l'hanno ricordata mentre girovagava per la casa componendo le sue poesie ad alta voce. Emily morì senza fama, nella semplicità e nell'anonimato che l'aveva sempre caratterizzata, ma le sue poesie lasciarono un segno tangibile, diventando ispirazione per molti futuri scrittori.
Nel corso della storia ci sono state all'incirca due versioni, sul perchè Emily abbia deciso di vivere la sua vita in modo isolato. Talvolta si è pensato a lei in termini di timidezza patologica, avvicinandola ad una sorta di pessimismo leopardiano, credendo che il suo senso di inadeguatezza e la sua negatività nel modo di vedere le cose, l'abbiano allontanata da una normale vita sociale. Ma un'altra versione si è fatta largo con il tempo e non a torto; ed è la versione con la quale io stessa penso ad Emily Dickinson.
Se si legge la sua biografia e la sua poesia, si intuisce che la vena pessimistica di Emily Dickinson, è sempre stata legata ad eventi traumatici della sua vita, e non al fatto che pessimista lo fosse di carattere; in realtà Emily si è dimostrata più ribelle che remissiva, poiché con il suo isolamento e le sue poesie contestò molti dei valori tradizionali di allora. La scelta di comunicare con le lettere, e di isolarsi dal resto della società, tranne sporadiche apparizioni, le hanno permesso di approfondire il senso della vita in modo quasi mistico, sperimentando il senso di privazione. Emily non si è isolata per paura, ma per scelta, sapeva bene come comportarsi per essere definita “normale” ma non ha voluto farlo, per vivere la propria vita a modo suo. Emily amava vestirsi di bianco, contrariamente alle usanze femminili di allora, molti hanno parlato di lei definendola una donna piacevole, divertente, addirittura maliziosa. La poesia di Emily non fu imbrigliata nei canoni stilistici del suo tempo, anche in questo fu ribelle, fu piuttosto una sfida, poiché rifiutando gli schemi e i temi tipici del XIX secolo, inventò nuovi significati, capaci di spiazzare il lettore. Molto particolare l'uso che fece dei trattini per spezzare la frase, che sembrano fatti apposta per facilitare la lettura ad alta voce. Questa personalità così complessa, profondamente femminile, legata ai suoi affetti e alla natura, ha prodotto una poesia nuova, che rompeva gli schemi tradizionali di allora, una poesia che è esplosa nel mondo solo dopo la sua morte.
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