lunedì 24 marzo 2014

La quercia


Per il celti l'albero più importante era sicuramente la Quercia, i cui frutti simboleggiavano la conoscenza . Alcuni studi rimandano addirittura a questo albero il significato della parola druido, che pare derivare dal gallese "derwydd" letteralmente "uomo della quercia". Le caratteristiche che fecero di questo albero oggetto di massima venerazione furono: la robustezza del legno, la longevità, i frutti (ghiande) in grado di indurre trasformazioni nello stato di coscienza se consumati crudi, le proprietà mediche in grado di curare molte malattie, la protezione dal sole e dalla pioggia grazie alla sua generosa chioma o al suo grande tronco cavo. I boschi di querce erano ritenuti sacri e la maggior parte dei culti veniva svolta proprio in questi boschetti o querceti.
L' aspetto nobile e solenne, la forza e la bellezza di questo albero lo legavano indissolubilmente, nell'immaginario collettivo, al concetto di saggezza e potenza. La quercia era considerata leggenda vivente che rappresentava ciò che è vero, sano e stabile; inoltre la sua capacità di attirare i fulmini veniva considerata dai druidi simbolo della sua divinità, associata con il dio Dagda, capo delle antiche divinità irlandesi. I druidi insegnavano che ascoltando lo scricchiolio delle querce e il fruscio delle loro foglie molto poteva essere appreso sulle cose a venire.


Il vischio, altra pianta sacra per i celti, cresce arrampicandosi sui tronchi di quercia in una relazione simbiotica; in questo caso la quercia rappresenta il Dio maschile e il vischio la Dea femminile, simboleggiando l'unione eterna tra maschio e femmina. Per questo motivo i druidi celebravano sotto di essa i matrimoni, per garantire agli sposi un'unione forte e duratura.
Le ghiande, frutto della quercia, oltre ad essere sostentamento durante l'inverno per uomini e animali, incarnavano il concetto di immortalità, per tale motivo se ne faceva largo uso durante i riti da Samhain, quando la divisione tra il mondo terreno e quello ultraterreno si assottigliava per permettere la comunicazione con gli antenati. Durante il rito di Yule, solstizio d'inverno, che rappresentava la celebrazione della notte più lunga dell'anno, i celti di ogni villaggio spegnevano tutti i fuochi, poi bruciando legno di quercia davano inizio ad un nuovo ciclo e quindi ad una nuova luce.; con il fuoco sacro del legno di quercia venivano riaccese in ogni casa tutte le fiaccole.
L'uso magico, medico, rituale della quercia fu ampio presso i popoli di origine celtica, signora indiscussa della foresta, madre generosa e saggia.

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